“Interessanti spunti di riflessione per avviare studi approfonditi sull’importanza della lingua italiana nella diffusione del canto nel mondo”. Sono quelli emersi, così come riferisce il prof. Bruno Cagli, direttore artistico della sezione Belcanto del Reate Festival, nel corso del convegno internazionale sul belcanto.
L’iniziativa, ultima in ordine di tempo della Fondazione Flavio Vespasiano, è stata il preludio all’edizione 2010 del Reate Festival che proprio nel belcanto ha la sua specificità. Anche le telecamere della Rai hanno dato eco al convegno. E A conclusione delle due sessioni in cui si è articolato il convegno, la tavola rotonda “Parlar cantando” cui hanno partecipato Bruno Cagli, Annalisa Bini, Marco Bizzarini, Giovanni Carli Ballola, Jeremy Commons, Markus Engelhardt, Paolo Fabbri e Teresa Maria Gialdroni.Tra gli argomenti oggetto di riflessione quelli scaturiti dall’intervento, particolarmente apprezzato, intitolato “Mattia Battistini.
Al microfono di Tg1 Cultura è stato proprio il sovrintendente della Fondazione, Carlo Latini, ad esprimere tutta la soddisfazione per l’ultilità in termini di studi, ma anche per l’interessamento e l’attrazione che il convegno ha saputo richiamare. “Nè poteva essere diversamente – gli ha fatto eco Gianfranco Formichetti, vice presidente vicario – data la levatura dei relatori intervenuti”.
L’occasione li ha visti infatti vestire i panni dei giornalisti impegnandoli nelle interviste agli attori-protagonisti della due giorni belcantistica.
Una voce tra Rieti e Europa”. “Se lo stile si può discutere in fatto di gusto ed il gusto, si sa, è in evoluzione continua – ha specificato Cagli a tale proposito – lo stesso non vale per la tecnica di canto che, nel caso di Battistini, è perfetta. Il fatto è che all’epoca esistevano maestri di canto che, ahimé, oggi non abbiamo più”.