Si è svolto venerdì scorso, presso la sede Cisl di viale Fassini, il direttivo della Fim alla presenza del segretario generale Giuseppe Ricci. Al riguardo, il segretario Ricci, durante il suo intervento, ha voluto rassicurare tutti i lavoratori metalmeccanici della provincia di Rieti rispetto ad alcune false notizie circolate nei mesi scorsi riguardo le conseguenze della disdetta del contratto 2008. E quando si parla di aree deboli – continua il segretario della Fim – di aree di crisi, il pensiero va immediatamente alla situazione in cui è finita la provincia di Rieti. Sulle deroghe concesse presso lo stabilimento di Pomigliano, qualcuno si è permesso di accusare la Fim di voler mettere in discussione il CCNL. La concessione delle deroghe, che tanto clamore ha provocato – precisa Ricci – non è sancita nel contratto, ma rimanda all’accordo del 15 aprile dello scorso anno. Per la Fim serve una totale ristrutturazione del mondo del lavoro. Agendo dal basso, attraverso il coinvolgendo fattivo dei lavorati. E dall’alto, spingendo affinché la politica recepisca le richieste sindacali e le trasformi in atti concreti. Anche se in questi ultimi anni abbiano assistito, purtroppo, a molte chiacchiere inutili e pochi fatti, sia a livello nazionale che locale.
L’incontro si è articolato su più temi. Economia, lavoro, fisco, ammortizzatori sociali.
Competitività delle imprese e stabilità del lavoro. Il caso Fiat, con il rischio delocalizzazione, poi rientrato. L’azione contrattuale e di tutela rispetto al CCNL.
Il contratto esiste, ha tenuto a precisare il segretario generale della Fim, tanto che il suo rinnovo è datato 15 ottobre 2009 con apposte le firme di tutte le sigle sindacali tranne quella della Fiom. Un’assenza quest’ultima che non lascia certo stupiti visto che tale posizione è ormai una consuetudine.
Niente di più falso. Poiché il contratto nazionale si mette in discussione evitando di rinnovarlo e non viceversa.
Tale accordo prevede che le OO.SS. e le RSU possano decidere di derogare su alcuni temi, fermo restando il rispetto dei principi fondamentali del Contratto nazionale.
Ma se è vero che il contratto nazionale non può essere modificato, chi dice che per il salario accessorio valga la stessa regola?
A tal proposito gli esempi non mancano, anche nel reatino, dove tale situazione è presente già dal lontano 1996 con la stipula dei cosiddetti Patti territoriali.
Patti firmati da tutti!
Ricordate?
Ma allora dov’è lo scandalo?
Presso la EEMS, ad esempio – continua Giuseppe Ricci – si è raggiunto l’accordo non soltanto sui diciotto turni ma anche su alcune deroghe relativamente alla contrattazione aziendale.
Gettiamo la maschera. I problemi sono altri. E chi oggi grida allo scandalo lo sa bene. L’immobilismo che “anima” la nostra provincia, che fagocita tutto e tutti, evidentemente non è oltremodo tollerabile.
La politica del tirare a campare è al capolinea – mette in guardia il segretario Ricci.
Se non si interverrà determinando un’inversione di tendenza si rischia che la crisi finanziaria ed economica si trasformi in crisi sociale, A cominciare dal nostro territorio”.